L’accertamento tecnico strumentale sul documento oggetto di verifica peritale costituisce la necessaria premessa all’analisi delle scritture ai fini peritali; questa fase delle indagini peritali prende connotazioni quasi prevalentemente grafoscopiche ed è propedeutica all’analisi vera e propria delle scritture.
Infatti l’ispezione strumentale permette di analizzare il supporto cartaceo per capire se la carta ha subito eventuali interventi alterativi sia di natura chimica che di natura fisica aventi rilevanza ai fini peritali.
L’ispezione permette inoltre di analizzare i tracciati grafici sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista della dinamica scrittoria, per capire se vi sono interruzioni, riprese, giustapposizioni, correzioni e quanto altro può essere rilevato nel tracciato grafico; con il diffondersi di sofisticate tecniche di riproduzione delle scritture, l’ispezione strumentale diretta della carta e degli inchiostri diventa fondamentale ed indispensabile.
Si pensi alle cancellature, ai segni di abrasione, ai segni di preparazione con matita per imitare una firma ed ai tanti altri segni che potrebbero emergere.
Qualsiasi scrittura si vada ad esaminare, essa nasce dal rapporto tra carta ed inchiostro; il che significa che le scritture vanno esaminate in originale, non in fotocopia: sulla fotocopia difficilmente, da un punto di vista peritale, ci si può prestare a dare risultati di attendibilità.
L’analisi strumentale sul documento oggetto di indagine peritale, viene generalmente svolta mediante l’utilizzo della seguente strumentazione:
• Microscopio digitale;
• Lampada ad ultravioletti;
• Ispezione a luce radente;
• Ispezione all’infrarosso.
Con l’ispezione al microscopio, oltre a poter esaminare attentamente il filo grafico del tracciato, si può anche capire il livello di essiccamento dei pigmenti dell’inchiostro in base alla loro lucentezza.
La lampada ad ultravioletti (la cosiddetta lampada di Wood) emana una luce azzurrognola che, colpendo gli oggetti, determina delle risposte di fluorescenza tali da mettere in evidenza particolari che ad occhio nudo non sono assolutamente visibili; essa, infatti, fa vedere le macchie di natura chimica, gli assottigliamenti della superficie cartacea nel caso in cui vi sia stata un’azione di sfregamento.
Con l’ispezione a luce radente si possono rilevare sia le particolarità emergenti dalla superficie della carta (sollevamento di fibre, segni di piegamento), sia la presenza di solcature cieche.
Inoltre questa tecnica è utile anche per verificare l’esistenza di elementi rivelatori di cancellature ottenute per sfregamento e per capire se l’intera grafia in esame sia contestuale oppure se vi siano parti aggiunte successivamente poggiando il foglio al di sopra di un diverso piano di appoggio.
Infine, l’ispezione all’infrarosso permette, a determinate lunghezze d’onda, di rilevare se sotto la firma in verifica siano stati usati due o più tipi di inchiostro o una matita per poi effettuare sopra il tracciato lasciato da quest’ultima il ricalco.
Infatti gli inchiostri aventi una colorazione più chiara (blu) scompaiono quando sono filtrati alle lunghezze d’onda di 550-600 nanometri, quelli di composizione alquanto più scura (blu-violaceo) scompaiono a lunghezze d’onda superiori (700-800 nanometri), quelli di colore scuro scompaiono a lunghezze d’onda ancora superiori (850-950 nanometri) mentre i segni di matita scompaiono a lunghezze d’onda comprese tra 1000 e 1100 nanometri.